La canapa bonifica i terreni: assorbe le sostanze tossiche dalle zone contaminate

27/06/2018

La pianta di canapa ha numerose proprietà benefiche, tra le quali anche la capacità di assorbire i metalli pesanti e nocivi dai terreni in cui cresce, come selenio, piombo, cadmio e nichel, pericolosissimi per la salute umana e ormai presenti nelle acque, nei terreni e anche nei beni di consumo che utilizziamo quotidianamente.
Sono ormai molti gli esperimenti effettuati in giro per il mondo che dimostrano come la canapa abbia la proprietà "miracolosa" di estrarre e assorbire dal suolo i metalli pesanti presenti nei terreni inquinati, riuscendo così a bonificarli e renderli, quindi, di nuovo disponibili per l’avviamento di nuove colture di vario tipo.

La canapa bonifica i terreni: assorbe le sostanze tossiche dai campi

Questa pianta dalle tante proprietà e dai numerosi benefici si comporta, in sostanza, come una sorta di aspirapolvere in grado di dare nuova vita ad un terreno pericoloso e inutilizzabile, come quelli di Chernobyl e dell’Ilva, dove sono in corso delle bonifiche diffuse proprio per mezzo della canapa. Ciò che oggi - non a caso - viene chiamata “fitobonifica”. Quello che ancora gli scienziati non sono riusciti a comprendere è in quali punti della pianta vengono accumulati questi metalli una volta estratti, se nelle radici, nel fusto, nelle foglie, nei semi o nelle infiorescenze, e l’esatta quantità di selenio, piombo, cadmio e nichel assorbiti.

Altro aspetto da chiarire è se le piante impiegate per la bonifica dei terreni, che hanno quindi assorbito metalli pesanti pericolosi, possano essere poi utilizzate e lavorate per la produzione industriale di prodotti alla canapa o se, invece, la trasformazione di queste piante potrebbe rappresentare un problema per la salute di chi andrà utilizzare i prodotti finiti.
Molte ricerche effettuate in Paesi diversi del mondo nel corso degli ultimi 10 anni dimostrano che – tra tutte le piante potenzialmente utilizzabili per la fitobonifica – la canapa è quella che evidenzia le maggiori potenzialità e i migliori risultati per ripulire l’ambiente in modo naturale ed efficace. Fortunatamente, la ricerca – negli ultimi tempi – ha fatto passi da gigante, soprattutto negli USA dove – fino a qualche anno fa – c’erano enormi pregiudizi nei confronti della canapa, tanto che - per quasi un secolo, a partire dagli anni Trenta - la sua commercializzazione è stata vietata.

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Per molti anni, infatti, l’industria del tabacco ha demonizzato la canapa, attraverso apposite campagne pubblicitarie mirate, impedendone di fatto la vendita, la diffusione e, quindi, anche la sperimentazione nei vari settori. Dopo decenni di boicottaggi e pregiudizi, la canapa – e successivamente la marijuana – hanno iniziato a fare breccia in molti stati dell’American del Nord.
Ad esempio, lo stato del Colorado ha deciso di legalizzare la marijuana per scopi ricreativi nel 2012, due anni dopo ha varato una legge che incentiva la ricerca delle qualità bonificanti della canapa e poco tempo più tardi il congresso americano ha permesso l’avvio della coltivazione di questa pianta per scopri medicinali e scientifici.

Tutto questo ha dato un certo fermento alla ricerca per individuare tutte le potenzialità e le opportunità offerte da questa straordinaria pianta. Ad oggi, la canapa è considerata come un vero e proprio elisir per dare nuova vita a campi contaminati e ormai incoltivabili, per contrastare il cambiamento climatico (tra le altre proprietà della canapa, ricordiamo la minore domanda di acqua rispetto ad altre piante, come il cotone e la capacità di contrastare l’erosione del suolo) e ristabilire un rapporto sano ed equilibrato tra uomo e ambiente.





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