Canapa Indiana o Indica, Sativa e Ruderalis: varietà e differenze

11/09/2018

Come viene classificata ufficialmente la cannabis? E quali sono le differenze tra le varietà esistenti?
Una delle domande più frequenti poste dagli utenti di Cannabe riguarda proprio le differenze tra le tre principali famiglie genetiche di cannabis: la Sativa, la Indica (più comunemente chiamata canapa Indiana) e la Ruderalis, meno nota al pubblico, ma non per questo meno importante delle altre.

In realtà, la classificazione della cannabis è tutt’altro che banale e scontata, perché ci sono ancora oggi varie correnti di pensiero ed esperti di scuole diverse, che tendono a classificarla in modo completamente differente.
Il primo che si avventurò nella classificazione delle diverse varietà di questa pianta – concentrandosi in particolare nello studio della cannabis Sativa - fu Carl Linnaeus, botanico, medico e zoologo svedese, che – a metà del Settecento - creò l’attuale sistema di classificazione degli organismi. Ad oggi, la maggior parte degli esperti stanno ancora cercando un modo univoco e universale per poter classificare correttamente queste piante, ma - secondo alcune interpretazioni - tutte le varietà esistenti sono semplicemente delle sottospecie di un’unica grande famiglia, quella della Cannabis Sativa, la più famosa in assoluto e quella maggiormente utilizzata, sia in campo medico che erboristico.
Secondo altri esperti, invece, possiamo dividere tutto il mondo delle piante di cannabis in tre grandi gruppi: Cannabis Indica, Cannabis Sativa e Cannabis Ruderalis. Per comodità, prendiamo, quindi, in considerazione questa seconda interpretazione e classificazione, per capire le differenze, le caratteristiche e i vari impieghi di ciascuna delle tre varietà.

In realtà, occorre sapere che – a livello scientifico e quindi botanico – tutte e tre le varietà di cannabis appartengono alla stessa famiglia, quella delle Cannabaceae, tuttavia presentano delle piccole, ma significative differenze, non solo nell’aspetto, ma anche nelle proprietà intrinseche.

Canapa Indiana o Indica, Sativa e Ruderalis: varietà e differenze


La cannabis Sativa – tipica delle aree tropicali dell’Asia, America e Africa – è la varietà che raggiunge le dimensioni più importanti rispetto a tutte le altre (arriva anche a 4-5 metri di altezza), le sue foglie sono molto sottili e presentano la tipica forma di marijuana a sette punte. Tutti gli elementi della sua struttura – le foglie, i rami, le radici e anche le infiorescenze - tendono ad essere affusolati e ariosi. Questi aspetti caratteristici e morfologici di questa varietà di cannabis derivano dal bisogno della pianta di adattarsi all’ambiente caldo e particolarmente umido. Inoltre, la foglia di Sativa si secca più velocemente rispetto alle altre varietà e – proprio per questo – non rischia di ammuffire come, invece, le sue cugine.

La cannabis Sativa può essere ulteriormente suddivisa in due sottospecie differenti: la Cannabis Sativa, che contiene alte concentrazioni di THC, e la Cannabis sativa L., priva invece di THC e - per questo - utilizzata ampiamente nel mondo dell’industria e comunemente identificata con il termine “canapa”.

È bene sapere che dai fiori della varietà di canapa Sativa si ottiene il prezioso olio di CBD, disponibile in varie concentrazioni, oggi sempre più conosciuto, utilizzato e apprezzato per le sue proprietà rilassanti e calmanti, sia in caso di stress e ansia, sia in caso di dolori cronici.

La varietà di cannabis Indica, invece, originaria del subcontinente indiano, è tipica delle zone subtropicali, dove la luce solare è meno presente; per questo la pianta e tutte le sue foglie tendono ad avere una forma meno longilinea e ad espandersi maggiormente per sfruttare al massimo la luce del sole quando presente. Per questa ragione, la pianta di Indica tende a crescere a cespuglio, pertanto – rispetto alla Sativa – si sviluppa generalmente meno in altezza e più in larghezza.

Il primo ad occuparsi, in modo specifico, dello studio della cannabis Indica fu Jean-Baptiste Lamarck nel 1785, biologo francese che raccolse alcuni campioni di piante raccolte in India per studiarne le caratteristiche.
Questa varietà di cannabis cresce oggi spontaneamente in molte zone dell'India e delle aree limitrofe, dove le temperature sono fredde e le latitudini ampie.
Le caratteristiche morfologiche delle piante appartenenti a questa varietà di cannabis sono dettate dall’ambiente in cui si sono abituate a vivere, fattore che comporta anche una struttura più tozza e massiccia del fusto della pianta e foglie più ampie rispetto alla varietà Indica.

È questa la tipologia di cannabis famosa per il suo alto contenuto di CBD, presente in quantità nettamente maggiori rispetto alla varietà di cannabis Sativa. La varietà Indica della cannabis è più compatta sia nella struttura del fusto che per quanto riguarda il sistema radicale. Arriva ad una altezza di circa 1,5 metri e anche i suoi germogli sono compatti e pesanti.
La cannabis Ruderalis, meno diffusa e apprezzata rispetto alla varietà Sativa e Indica viste precedentemente, cresce e si sviluppa nei luoghi climatici più rigidi, con temperature tendenzialmente basse o molto basse, in cui possono ricevere solo poche ore di luce e con bassa intensità, come – ad esempio – Russia, in particolare dalla Siberia, Kazakistan e Cina del nord.

Tra le particolarità tipiche di questa varietà di cannabis c’è la capacità di fiorire indipendentemente dal fotoperiodo, ovvero dalla presenza di luce o di buio, aspetto che la identifica anche con il nome di auto fiorente. Tra le virtù di questa varietà c’è sicuramente la capacità di crescere ovunque, senza particolari cure; di contro, però, questa pianta contiene livelli molto bassi sia di CBD che di THC, proprio per questo motivo questa varietà è stata spesso ignorata.
Tuttavia, da qualche tempo anche la varietà Ruderalis è stata riscoperta per il suo grandissimo potenziale e la sua enorme utilità: creare genetiche ibride, che includono il Dna della Indica e della Sativa, per la presenza di principi attivi fondamentali e utilissimi presenti all’interno, ma anche il Dna della Ruderalis, per la sua capacità di fiorire sempre e comunque, indipendentemente dalle condizioni di luce.

Questa varietà di cannabis – rispetto alle altre due tipologie – ha una minore quantità di rami, ha un aspetto meno curato e delicato ed è tendenzialmente più piccola.
Il grande vantaggio delle genetiche appartenenti alla famiglia Ruderalis è la loro rapidità nella crescita e soprattutto nella loro capacità di svilupparsi e fiorire indipendentemente dal fotoperiodo.
Ad oggi, la ricerca continua di piante ibridate, accentuatasi nel corso degli ultimi anni, rende oggi quasi impossibile trovare piante completamente pure di Indica, Sativa e Ruderalis. L’obiettivo degli esperti, infatti, è incrociare continuamente le differenti varietà di piante per combinarne al meglio le caratteristiche, valorizzarne le proprietà e ottenere degli esemplari sempre più evoluti e sofisticati, che prendano il meglio dalle singole varietà per fornire un risultato ogni volta più soddisfacente. Naturalmente, le possibilità di combinazione per gli esperti del settore sono infinite – pertanto – ogni volta vengono valutate e pianificate caso per caso, in base all’obiettivo che si desidera raggiungere.

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