Cannabis terapeutica: cosa cura, come ottenerla ed effetti collaterali

24/07/2018

Negli ultimi tempi – complici le novità che si stanno susseguendo nelle ultime settimane – si parla sempre più spesso della cannabis terapeutica, dei suoi possibili impieghi e delle varie applicazioni mediche per le quali vale la pena prenderla in considerazione. Naturalmente ci si chiede spesso in quali casi possa essere realmente usata, se ci sono degli effetti collaterali o delle controindicazioni e come è possibile ottenerla seguendo l’iter prestabilito dal Ministero.
Vediamo, allora, cosa prevede la legge in termini di applicazioni, dosi e prescrizioni della cannabis terapeutica. Innanzi tutto, è bene chiarire che le quantità sono regolamentate per ogni singolo trattamento: si parla, infatti, di una dose che oscilla tra i 20 e i 60 milligrammi, anche se – in alcuni casi particolari – può arrivare anche a 100 milligrammi.
Il limite alle quantità è dettato dalla necessità di evitare gli effetti psicoattivi dati dal THC, componente naturale della cannabis, che determina “lo sballo” (chiamato in gergo “high”) e possibili effetti collaterali (come insonnia, variazione repentina dell’umore, tachicardia, apatia e mancanza di concentrazione).

In linea generale, se il trattamento viene portato avanti sul lungo periodo, la dose di cannabis terapeutica prescritta dal medico può arrivare fino a 3-4 grammi al mese, ma generalmente si tratta di quantità più basse. Per poterla acquistare in farmacia, è fondamentale avere la ricetta del medico curante e questo avviene solo nelle situazioni in cui tutte le altre terapie tradizionali non abbiano portato alcun giovamento.

Cannabis terapeutica: cosa cura, come ottenerla ed effetti collaterali
Questo perché la cannabis ad uso medico contiene comunque delle quantità di THC, anche se a livelli piuttosto bassi. Va da sé che - se non si dispone di una ricetta medica - non è possibile comprarla.

È bene sapere, inoltre, che la cannabis legale utilizzata in Italia per scopi terapeutici – e quindi venduta legalmente e reperibile in farmacia – viene da serre farmaceutiche olandesi e – in parte - dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, unico polo del nostro Paese in cui viene coltivata legalmente la cannabis medica destinata ad essere usata come farmaco alternativo.

Ma dove è possibile reperire la cannabis a scopo terapeutico?

Una volta ottenuta la ricetta medica, è possibile prenderla presso gli ospedali, le ASL e le farmacie aderenti. Occorre ricordare, a tal proposito, che la cannabis terapeutica è disponibile solo a pagamento in tutte le regioni italiane, incluse quelle a statuto speciale e quelle autonome.
Alcune regioni, come Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Puglia, forniscono gratuitamente la cannabis a uso terapeutico; tutte le altre, invece, hanno dato la disponibilità senza però attuare, di fatto, alcun provvedimento.
Tuttavia, ad oggi, la situazione sembra molto differente da regione a regione e anche piuttosto caotica; pertanto, l’unico modo per capire se è possibile averla gratuitamente è chiedere direttamente alla propria ASL di riferimento.

Ma cosa cura la cannabis terapeutica e quando viene prescritta?

È bene sapere che la cannabis è prescrivibile già da molto tempo per la terapia del dolore di qualsiasi tipo, da quello acuto a quello cronico, da quello oncologico a quello neuropatico, ma con i provvedimenti degli ultimi anni è stato ribadito ulteriormente.

Qui trovi la sezione dedicata alla cannabis light legale

Perché si usa la cannabis terapeutica?
Questa sostanza viene utilizzata in ambito medico perché presenta due componenti naturali particolarmente efficaci nella lotta al dolore: il tetraidrocannabinolo (ovvero il THC), che provoca anche alcuni effetti psicoattivi e aiuta a contrastare il dolore (di qualsiasi tipo, anche di tipo cronico), nausea e vomito, l’inappetenza e l’ansia, e il cannabidiolo (CBD), che aiuta a ridurre l’infiammazione, la nausea, il dolore e perfino gli attacchi epilettici.


La cannabis terapeutica – secondo quanto stabilito dalla legge - può essere assunta oralmente, sotto forma di decotto, oppure tramite inalazione, con il vaporizzatore specifico per le erbe, in cui vengono inserite le infiorescenze, che poi verranno riscaldate e quindi inalate con l’apposito strumento.