“Franco Loja Strain”: Frasi celebri, la vita e la morte

14/02/2019

Franco Loja, The Strain Hunter

20 maggio 1974 - 2 Gennaio 2017

Franco Loja è stato un attivista promotore della pianta più discussa, anche terapeutica, ma soprattutto è stato un viaggiatore, naturalista e documentarista, che – nel corso della sua vita – ha effettuato numerosissimi studi, ricerche e scatti fotografici e realizzato decine di filmati e presentazioni sul mondo di questa preziosa pianta dalle numerose proprietà e caratteristiche. Era alla continua ricerca di nuove varietà, sperimentazioni e incroci, tanto da essere soprannominato “Franco Loja Strain” o più semplicemente “Franco Strainhunters”, nome con il quale è sicuramente più conosciuto tra gli appassionati del settore.
Dal 1997 era membro della Green House, una delle banche di semi più note e autorevoli nel mondo per la selezione delle genetiche, dove aveva ricevuto l’incarico di capo selezionatore degli strain, ruolo che gli consentì di diventare socio dell’azienda. Franco Loja Strainhunters – con la sua instancabile attività di ricercatore e selezionatore di specie autoctone in tutto il mondo - contribuì al grande successo e all’autorevolezza della stessa azienda per la quale lavorava.


Il suo obiettivo di vita era scoprire, preservare e promuovere i semi delle tantissime varietà presenti nel mondo ancora poco conosciute ai più. Il riassunto di questo percorso è nel documentario da lui realizzato, dal titolo “Cacciatori di Varietà”.
Dal 2008, in particolare, Loja era sempre in compagnia del socio Roskam, con il quale realizzò una serie di spedizioni esplorative in giro per il mondo, alla ricerca delle varietà di semi meno conosciute, e confezionò dei documentari ad hoc per testimoniare le sue esperienze e le sue esperienze.
Il risultato? Un successo internazionale che in breve tempo ha dato a Loja e all’azienda di cui era socio un successo strepitoso e riconosciuto in tutto il mondo. Inoltre, le sue ricerche per la Green House hanno consentito all’azienda di vincere numerosi premi e riconoscimenti in tutto il mondo.

I viaggi fatti nel corso degli anni diedero modo a Loja di raccontare e descrivere a fondo e in modo dettagliato anche le sue esperienze a contatto con i popoli locali, la cultura le abitudini e anche la diffusione di questa pianta presso la gente del posto. L’obiettivo, infatti, era descrivere i suoi viaggi alla ricerca delle migliori varietà. Il risultato fu strepitoso: milioni di visualizzazioni su Youtube e l’acquisto dei dvd.
Pochi anni prima della sua morte ha creato un documentario pubblicato sulla rivista Vice, di cui era co-protagonista.
Franco Loja ha perso la vita il 2 gennaio 2017 a Barcellona, a soli 42 anni, a causa di una malaria cerebrale fulminante, contratta probabilmente nella sua ultima spedizione in Congo, dove si era recato per realizzare il documentario “Strain Hunters: Congo Expedition”. Il caso ha voluto che Loja fosse li anche per avviare uno speciale progetto socialmente utile, con l’obiettivo di testare l’efficacia dell’olio ottenuto da questa preziosa pianta nella cura della malaria, vera e propria piaga del Paese, soprattutto per le persone povere.

franco loja

Franco Loja: Frasi Celebri

Una delle frasi più note di Franco Loja è sicuramente quella che riassume la sua vita, la sua attività di ricerca e la ragione stessa della sua esistenza:
Questa pianta "è la mia passione, il mio pane, la mia casa. Sento che è mio dovere fare in modo che questa pianta incredibile sia preservata e goduta da tutti. Io sarò un fumatore, un coltivatore, un allevatore e uno strain hunter. Per la vita”.

La morte di Franco Loja

Le circostanze in cui è avvenuta la sua morte non sono ancora chiarissime, tuttavia – secondo alcuni amici e conoscenti che lo hanno sentito nel corso degli ultimi giorni di vita – Franco Strainhunter avrebbe contratto la malattia in Congo, ultimo Paese da lui visitato nel dicembre del 2016 e in pieno sconvolgimento politico, dove cominciò a lavorare per un progetto terapeutico. La guerriglia civile interna portò ad un ribaltamento dell’ordine pubblico, ma Franco decise di continuare il suo lavoro e – invece di andare in luoghi più sicuri decise di restare nei campi e dormire in uno dei villaggi. È qui che probabilmente contrasse la malaria. Qualche giorno dopo tornò in Europa e subito dopo le festività natalizie iniziò ad avere alcuni sintomi, che Franco interpretò come una semplice influenza. Dopo il Natale ornò in Spagna, dove risiedeva, viaggiando tra Bilbao e Barcellona. Qui iniziò ad avvertire dei sintomi più allarmanti, così – viste le festività natalizie e l’assenza di molti medici per via delle vacanze - prese appuntamento con uno specialista per la settimana successiva. Ma non fece in tempo a farsi visitare: la situazione peggiorò, entrò in coma e morì – dopo un paio di giorni - il 2 gennaio del 2017 per malaria cerebrale fulminante.