Legalizzazione della Cannabis in Italia al 2018: a che punto siamo?

13/07/2018

La Cannabis Light non sarà vietata. È quanto ha assicurato il Ministro della Sanità, Giulia Grillo, a seguito della divulgazione del parere del Consiglio Superiore della Sanita (CSS) che – qualche settimana fa – si era espresso circa la possibile pericolosità della cannabis light (a bassissimo contenuto di THC, ovvero il componente psicoattivo che si trova naturalmente nella pianta) su alcune tipologie di soggetti, come anziani, malati con patologie particolari e donne in allattamento. A richiedere il parere del CSS era stato l’ex ministro della salute Beatrice Lorenzin, la quale si era rivolta al consiglio per sapere se la cannabis light in vendita presso i negozi autorizzati potesse essere pericolosa e se non fosse il caso proibirne la circolazione.

Il CSS – rispondendo alla richiesta della Lorenzin – ha affermato che “la pericolosità dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, in cui viene indicata in etichetta la presenza di cannabis o cannabis light o cannabis leggera, non può essere esclusa e che la biodisponibilità di THC, anche a basse concentrazioni, non è trascurabile, sulla base dei dati di letteratura. THC e altri principi attivi inalati o assunti con le infiorescenze di cannabis sativa possono penetrare e accumularsi in alcuni tessuti, tra cui cervello e grasso, ben oltre le contrazioni plasmatiche misurabili. Tale consumo avviene al di fuori di ogni possibilità di monitoraggio e controllo della quantità effettivamente assunta e, quindi, degli effetti psicotropi che questa possa produrre, sia a breve che a lungo termine”.


Di contro, l’attuale ministro della Salute, Giulia Grillo, ha fatto sapere che “quello del Consiglio Superiore della Sanità è il parere di un organo consultivo, ma le decisioni le prende il governo e il divieto non è in discussione”.

 Legalizzazione della Cannabis in Italia al 2018: a che punto siamo?


Il parere del CSS però – che nulla a che fare con le decisioni che prenderà il nuovo governo, il quale non prevede affatto interventi in questo campo – ha riacceso gli animi del fronte proibizionista, che continua a opporsi basandosi su dati non corretti e viziati. Alcuni politici - sostenitori del no alla legalizzazione della cannabis – si sono sentiti autorizzati ad associare la marijuana in vendita liberamente nei negozi (che ricordiamo è priva di THC e ricca di CBD) alle altre droghe da contrastare. Senza considerare, quindi, né gli esiti delle scoperte scientifiche avvenute negli ultimi anni a beneficio della cannabis (dei suoi impieghi medici e delle sue proprietà), né gli effetti positivi che la legalizzazione avrebbe sulla criminalità organizzata. A questo occorre anche aggiungere che il fronte contrario alla legalizzazione della cannabis non parla mai dei nefasti effetti dell’alcool e del tabacco, che – a livello mondiale e ormai da molto tempo – sono stati definite come sostanze nocive dalla comunità scientifica internazionale.

Tutto questo mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità – nel frattempo - ha avviato – in via ufficiale - un “processo di revisione critica” del documento dedicato alla marijuana. L’obiettivo di questa revisione? Riconsiderare le straordinarie proprietà e gli inaspettati benefici di alcuni principi attivi presenti naturalmente nella canapa, come il CBD. Non a caso, secondo alcuni, le scoperte ottenute recentemente sulle caratteristiche dei CBD in ambito medico sarebbero paragonabili alla scoperta degli antibiotici.

Quella che viene comunemente chiamata “cannabis light”, infatti, grazie alla presenza di CBD (consulta qui l'elenco degli oli CBD disponibili) ha numerose proprietà benefiche per l’organismo umano, come abbiamo visto in altri post di Cannabe, tra queste ricordiamo gli effetti antiossidanti, ansiolitici, anticonvulsivi e antinfiammatori. In più è un antidolorifico naturale.

Ma il THC, invece, è tossico? Secondo alcune ricerche, un uso prolungato e duraturo di alte quantità di THC potrebbero teoricamente provocare danni alla salute, tuttavia – grazie alla bassa tossicità – per determinare problemi, si dovrebbero assumere enormi e insostenibili quantità di THC.
La strada per la legalizzazione è ancora lunga, ma le scoperte scientifiche in merito aiuteranno a fare chiarezza nel corso del tempo.
A tutto questo si dovrebbe aggiungere anche la considerazione sull’indotto generato dall’evoluzione e dalla diffusione della canapa nel nostro Paese: nel corso dell’ultimo anno, infatti, si è creato un vero e proprio boom di coltivazioni, forza lavoro e vendita al dettaglio. Tanto che – secondo alcuni studi di settore – il business della cannabis light avrebbe generato un business da 44 milioni di euro all'anno.

Al momento, quindi, secondo i programmi attuali di governo, la legalizzazione della cannabis non risulta tra i punti prioritari dell’agenda governativa; tuttavia, l’augurio è che – nei prossimi anni – possa diventare finalmente oggetto di un dibattito serio e costruttivo ed esaminato concretamente.