23/04/2019
Lui è Carlo Rovelli, fisico italiano di fama internazionale e autori di diversi libri di successo. Fisico teorico e scrittore, Rovelli ha lavorato in Italia e negli Stati Uniti, ma oggi lavora stabilmente in Francia. L’argomento principale della sua attività di studio è la gravità quantistica a loop, fondata proprio dallo scienziato e da altro colleghi. Si tratta però di uno scienziato diverso da tantissimi altri suoi colleghi e sicuramente lontano dal classico paradigma del fisico: Rovelli si occupa anche di storia e filosofia, due discipline che riescono a sposarsi con il pensiero scientifico molto di più di quanto siamo abituati a immaginare. Per questo, ha scritto recentemente un saggio intitolato “Ci sono luoghi al mondo dove più che le regole è importante la gentilezza”, una raccolta di articoli scritti per vari giornali che raccontano le esperienze personali del fisico in cui si evidenzia l’importanza e il valore della gentilezza, dei piccoli gesti, della collaborazione tra gli uomini come arma di pace, crescita ed evoluzione.
Oltre a questo saggio, Rovelli ha scritto altri libri strettamente legati alla sua materia principale di competenza e di divulgazione scientifica; tra i tanti vale la pena ricordare gli ultimi: “Covariant Loop Quantity Gravitiy”, “La realtà non è come ci appare”, “Sette brevi lezioni di fisica” e “L’ordine del tempo”. Tutti libri di grande successo, tanto che quest’anno la rivista Foreign Policy – grazie al suo saggio L’ordine del tempo – lo ha inserito tra i 100 intellettuali più influenti del mondo nel 2019.
Il suo ultimo libro – dal titolo estremamente generoso - parla anche di viaggi, sia reali che psichedelici, rivive i ricordi del Sessantotto e soprattutto quelli più vividi del Settantasette, ma naturalmente parla anche di politica, di poesia, di cultura, accoglienza e apertura mentale.
E proprio a tal proposito lo stesso Rovelli ha commentato positivamente la
liberalizzazione della cannabis in Canada, avvenuta qualche mese fa: “È fuori da ogni dubbio – ha commentato in una intervista al Corriere della Sera - che è molto meno dannosa dell’alcol e del tabacco e vedere una grande nazione eminentemente ragionevole come il Canada seguire le scelte dettate dalla ragione di paesi come l’Uruguay, la California e l’Olanda,
disarmare la criminalità dei trafficanti e rendere la marijuana legale, apre il cuore. Non c’è solo
bigottismo sciocco a questo mondo. La domanda interessante – ha continuato il fisico - secondo me è piuttosto: perché sostanze come la marijuana sono vietate, quando sostanze indubbiamente molto più pericolose sono vendute in ogni bar d’angolo? Me lo sono chiesto spesso, senza davvero arrivare a rispondermi. Certo è in parte una questione culturale, ogni cultura è affezionata alle proprie droghe tradizionali, ed è infastidita dalle altre. Ma forse è qualcosa di più. L’uso della marijuana si è diffuso nelle società occidentali alla fine degli anni sessanta, ed è stato rapidamente adottato in quella vasta parte della gioventù di allora che coltivava sogni di rivolta radicale contro il mondo adulto”.
E sebbene l'uso della
cannabis faccia parte del suo passato, Rovelli – sempre sulle pagine del Corriere della Sera – ammette: “
Ricordo con affetto gli spinelli della mia gioventù (ero molto orgoglioso di come sapevo rollare) e quindi, tutto sommato, festeggio con allegria la notizia dal Canada. Bravi canadesi!
Quasi quasi mi accendo una canna nostalgica per festeggiare!”.
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