Cannabis terapeutica: in arrivo accordi tra Stato e privati per produrla

08/08/2018

L’obiettivo è far tornare al più presto, in tutte le farmacie italiane, un quantitativo sufficiente di cannabis light a disposizione di tutti i pazienti che ne fanno uso, per questo il governo sta pianificando di creare degli accordi ad hoc con dei produttori privati per aumentare la produzione.
Ad annunciarlo è stato il Ministro della Salute Giulia Grillo, che – dopo aver visitato alcuni giorni fa l'Istituto chimico farmaceutico militare di Firenze – ha annunciato “una partnership pubblico-privata” per poter rispondere in maniera efficace e diffusa alle richieste e soddisfare le esigenze dei malati.

Farò ogni sforzo affinché in tutte le farmacie torni disponibile la cannabis ad uso medico, per garantire la continuità terapeutica alla quale avete diritto”, ha fatto sapere Giulia Grillo in un suo post sul suo profilo Facebook.
Secondo quanto detto dal Ministro, dopo aver fatto una visita ufficiale al Comitato pazienti di Firenze, verranno verificate “le condizioni di un aumento di produzione”.
Per poter garantire una produzione sufficiente e costante nel tempo – e allo stesso tempo rendere l’Italia sempre meno dipendente dalle importazioni olandesi – “verrà bandita una sorta di manifestazione di interesse per una partnership pubblico-privata, per aumentare la produzione della cannabis terapeutica”.

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Cannabis terapeutica: in arrivo accordi tra Stato e privati per produr


Non più soltanto il polo chimico farmaceutico di Firenze, che attualmente rifornisce l’Italia sopperendo (parzialmente) alle esigenze dei malati italiani (e in cui verranno valutate ulteriori potenzialità di espansione produttiva), ma più poli dislocati sul territorio della nostra penisola. Secondo quanto riferito direttamente dalla Ministra Grillo, “ci vorrà tempo ovviamente per organizzare, ma essendo un’attività di grande interesse tanto per la Difesa, quanto per la Salute, saranno fatti tutti gli sforzi per farla nel più breve tempo possibile”. Al momento, come prevedibile, “non è sufficiente la quantità che viene prodotta ed è quindi “molto importante incrementare la produzione perché – ha continuato la ministra della Salute - “possiamo anche noi soddisfare altre esigenze, non solo interne ma pure estere”.

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Naturalmente, gli agricoltori professionisti vedono nella canapa una grande opportunità di espansione del proprio business. Non a caso, Coldiretti si è dichiarata pronta – come associazione di categoria – ad investire e impegnarsi nella coltivazione, trasformazione e commercializzazione della cannabis a scopo terapeutico. Se il buon proposito si riuscisse a concretizzare, in Italia si otterrebbe un reddito di 1,4 miliardi e circa 10.000 posti di lavoro, grazie alle attività di trasformazione che portano al prodotto finale.
Secondo quanto riferito dal presidente dell’associazione, Roberto Moncalvo, “l’agricoltura italiana è oggi pronta a collaborare per la creazione di una filiera controllata capace di far fronte a una precisa richiesta di prodotti per la cura delle persone affette da malattia. Si tratta anche di un progetto innovativo che potrebbe vedere il nostro Paese all’avanguardia nel mondo e, prendendo lo spunto dalla notizia secondo la quale l’Italia avrebbe incrementato del 50% l’importazione di cannabis terapeutica proveniente dall'Olanda".

“Solo utilizzando gli spazi già disponibili nelle serre abbandonate o dismesse a causa della crisi nell’ortofloricoltura – ha continuato il presidente Coldiretti - la campagna italiana può mettere a disposizione da subito mille ettari di terreno in coltura protetta. Si tratta di ambienti al chiuso dove più facilmente possono essere effettuate le procedure di controllo da parte dell’autorità preposte per evitare il rischio di abusi. Una opportunità che va attentamente valutata per uscire dalla dipendenza dall’estero e avviare un progetto di filiera italiana al 100 per cento che unisce l’agricoltura all’industria farmaceutica. Una prima sperimentazione che potrebbe aprire potenzialità enormi se si dovesse decidere di estendere la produzione in campo aperto nei terreni adatti “.
Ora non resta che aspettare i bandi di gara per l’avvio del progetto.


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